Camminavo lungo il sentiero alberato al parco, sotto l’ombra di grandi querce e pioppi e, come sempre, mi godevo quello che la natura mi stava offrendo: l’aria limpida e profumata d’autunno, il sole tiepido, le foglie colorate, l’erba umida, qualche uccellino che all’improvviso mi si parava davanti per riprendere subito il volo, velocissimo. Camminare in natura è sempre stato il passatempo migliore per me, l’unico veramente capace di farmi dimenticare i miei problemi. Mi basta percepire il verde attorno per provare un senso di calma, di pace, che non vivo in nessun altro posto.

Quel giorno d’autunno camminavo felice, era stata una giornata positiva, finalmente. Ero single ormai da troppo tempo, stanca della solitudine, ma soprattutto della compassione di amici e familiari e dei loro tentativi forzosi di farmi incontrare qualcuno. Non ero più tanto giovane, questo va detto, ma se non fosse stato per loro non avrei sentito la pressione del tempo che passa. Anzi, io mi sentivo giovane, bella, a mio agio con me stessa. Era stata mia madre la prima a suggerirmi di iniziare a usare qualche prodottino antietà. Una mattina, mentre facevamo spese assieme in centro, di punto in bianco aveva detto: “Tesoro, hai provato a comprare una crema al collagene?”. La parola collagene non mi suonava per niente nuova, sapevo che faceva parte del mondo dell’estetica e della cura della persona, ma non aveva niente a che vedere con me. Crema al collagene? Perchè mai ne avevo bisogno? Ed ecco che mia madre era partita con la filippica sull’importanza di non lasciarsi andare, e di continuare sempre a curare il proprio aspetto fisico ed il proprio animo. Io ero convinta di prendermi cura di me stessa alla grande: cosa c’è di più giusto di essere consci di avere un problema, affrontarlo, trovare un modo per andare avanti ed avere il proprio metodo per rilassarsi e tornare a stare bene? Ogni volta che tornavo da una passeggiata, potevo dire di aver fatto un passo in avanti con me stessa, di aver migliorato la conoscenza del mio essere e di stare meglio. Eppure, non sembrava abbastanza agli altri. Era meglio iniziare a usare anche la crema al collagene, apparentemente.

Se normalmente questi pensieri mi turbavano, quel giorno nulla mi toccava. La mattina presto, mentre tornavo dal panettiere, avevo incontrato un uomo di una cordialità incredibile. Avevamo chiacchierato a lungo, ci piacevamo, questo era chiaro, perché nessuno dei due voleva andarsene, sembravamo due ragazzini che flirtano, alle prese con i primi amori. Avevamo preso un caffè, dopo un’ora passata in piedi, sul marciapiede, e, più parlavamo, più scoprivamo di avere cose in comune. Non mi sentivo così bene da un sacco ormai. La speranza della felicità di coppia si era riaccesa in me. E, così, mentre camminavo, l’aria sembrava più frizzante del solito, gli alberi erano ancora più belli e sembravano partecipare alla mia gioia danzando nel vento. Ci saremmo rivisti quella sera, per un aperitivo, non vedevo l’ora. Mi sarei vestita e truccata di tutto punto, avrei perfino messo quella famosa crema al collagene…