Apro gli occhi e noto che non sono nel mio letto, neanche nella mia stanza. Guardo l’ora, sono le 14.20. Salto su, come ho potuto dormire così a lungo? Non è normale, non va bene! Ma il rapido movimento mi fa dimenticare per qualche secondo qualsiasi cosa, perché la testa inizia a battere, un dolore molto forte, poi la stanza si mette a girare intorno a me ed ecco che mi ritrovo a correre verso il bagno a vomitare. E’ evidente che ieri sera ho bevuto, altrimenti non starei male, penso, eppure c’è una densa nebbia che avvolge la mia serata, non ricordo nulla. Decido di farmi una doccia, già che sono in bagno e, dopo un lungo periodo sotto l’acqua, esco ad asciugarmi e mi sento decisamente meglio. Ricordo di aver notato un bollitore nella stanza, lo cerco con lo sguardo ed eccolo lì! Mi metto a scaldare l’acqua per un tè e, mentre attendo, mi metto a pensare alla mia serata. I ricordi iniziano a riaffiorare…

Mi sposo tra due settimane e, in occasione del mio addio al nubilato, le mie amiche hanno deciso di portarmi via per un weekend. Senza dirmi dove saremmo andate, il venerdì sera mi hanno recuperato al lavoro, mi hanno messo una birra in mano e siamo partite con l’auto. Qualche ora dopo siamo arrivate davanti ad un edificio che ho riconosciuto dall’insegna “casino Sežana”. Dentro di me ho pensato, un po’ delusa, “casino Sežana? Mi portano a giocare alle slot machines per il mio addio al nubilato?”, ma ho fatto in modo di risultare molto entusiasta esternamente. Ho lasciato le mie cose nella stanza d’albergo e poi siamo andate in città per bere qualcosa. Così è iniziata la festa. Tra giochi e cocktails ho iniziato a spassarmela per davvero, libera da ogni vincolo sociale o morale, avevo voglia solamente di sentirmi completamente libera. A breve avrei sposato il mio fidanzato di una vita, e avrei iniziato un percorso che era quello che da sempre mi ero immaginata, nessuna novità, nessun brivido. Avrei lavorato il resto della mia vita nello stesso posto, vissuto sempre alla stessa maniera, niente di eccitante, insomma. All’improvviso ho provato repulsione per la mia vita, troppo noiosa e scontata. Qualcosa dentro di me ha cominciato a sussurrare di scappare dalla mia esistenza.

Ed eccoci entrare al casino Sežana. I colori, i suoni, la gente… tutto era esaltante per me quella sera, continuavo in mandare giu cocktails, ormai più per far andar via quel senso di amarezza che non sembrava volermi lasciare in pace, come se mi fossi finalmente svegliata da una vita di assopimento, come se per la prima volta stessi vedendo le cose veramente. E l’alcol, si sa, fa dimenticare tutto. Mi sono messa a giocare alla roulette, e a chiacchierare con gli altri giocatori, ricordo vagamente un ragazzo molto bello e gentile, ma a questo punto i miei ricordi si fanno vaghi e molto confusi. Non ho nessuna memoria di come o quando ho lasciato il casino Sežana, né di come sono arrivata in camera. 

Vedo una cosa bianca per terra, la raccolgo, si tratta di una camicia da uomo. Oh caspita, cosa ho fatto? Si apre la porta ed ecco che il bel ragazzo della roulette entra con dei croissant in mano e un gran sorriso per me…